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[Viterbo] : Alter Ego, 2022
Abstract: A Parigi, la protagonista – una ragazza di una ventina d'anni con estemporanei impulsi omicidi –, vive una relazione sentimentale caotica con un musicista di quaranta. Quando lui la lascia, lei sprofonda in una spirale distruttrice: tenta il suicidio, cambia città, viene sballottata tra vari uomini, sullo sfondo di ambienti degradati in cui si ritrova a muoversi e a sbandare. Vuoto d'aria è il racconto di un'eroina alla deriva, una donna che perde terreno dinnanzi alla violenza degli uomini e all'indifferenza delle città in cui si ritrova ad abitare; ma anche della speranza che ritorna, abbagliante, come il sole del Nord. In questo romanzo Clémentine Haenel traccia il profilo di una donna tesa all'autodistruzione: un pellegrinaggio che somiglia a una discesa infernale e insieme a una cieca ricerca d'amore.
28 agosto 2023 alle 11:23
"E' come un piccolo fuoco che mi cresce dentro, in mezzo alla pancia, alla bocca dello stomaco, io la chiamo la mia voglia di dissipazione. (...) C'è una voglia di fare male a quelli che amo e mi amano, non tutti. Qualcuno. Forse tutti. Non lo so più. Non sono lucida, non per forza lucida. Le mie occasioni di tragedia".
"Il mio linguaggio è fuori controllo. Non riesco a fermarmi. Non parlo più con le persone, parlo da sola, ma mai nel vuoto è un flusso senza fine. Non so da dove venga tutto questo fluire, queste affermazioni".
Uno stile telegrafico. Minimalista, organizzato in paragrafi.
Una continua altalena tra episodi del presente, ricordi del passato, visioni oniriche e fantasmagorie a occhi aperti.
Le pagine scritte da Clémentine Haenel non descrivono il periodo successivo all'abbandono così come tendono a fare certi prodotti commerciali: pigiama, junk food, visione di film sdolcinati e lacrime a profusione.
No, qui ci sono l'istinto omicida: verso gli estranei, ma anche verso persone amate, e poi bambini, animali e le madri degli uomini con cui è stata ("Gli uomini che mi incontrano farebbero meglio a stare attenti alle loro madri, nei miei sogni mi piace vederle morire").
Insieme a quello anche il costante istinto suicida.
Un abbandono totale al logorio dovuto ad alcool, droga, farmaci, malnutrizione, denutrizione, trascuratezza ("Aspetto che mi crescano i capelli. Che siano lunghi, dolorosi e pesanti, che le ciocche più rosse arrivino a infastidirmi i reni. Aspetto inzuppandoli di latte e uova crude e spremendoli dentro pellicole di plastica").
La protagonista inoltre, di cui non sappiamo il nome, sente la costante mancanza del sesso, del contatto col corpo di X., trentenne sposato e con figli, ma finisce col perdersi in un'infinita sequenza di rapporti occasionali apatici con degli estranei (definiti solo con la loro inziale, e talvolta nemmeno con quella).
Ripetute e frequenti sono le elencazioni di nomi di serial killer francesi e internazionali, e dei grotteschi e inquietanti dettagli dei loro delitti.
Un rovinoso viaggi di autodistruzione, misantropia e oblio, talvolta lucido, talvolta no.
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