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Torino : Einaudi, c1985
10 settembre 2021 alle 17:16
Sinceramente è difficile definirlo per un occidentale.
fa parte dei cosiddetti "Monogatari" ma non è un monogatari/racconto unitario; ha almeno una poesia per pagina ma non è un canzoniere; lo si definisce romanzo in quanto il narratore è quasi sempre lo stesso tuttavia uno che lo legge non lo riterrebbe mai un romanzo.
è di sicuro, almeno per me, uno spiraglio sul giappone che va dall'ottavo al decimo secolo; attraverso le poesie (corredate da delle necessarie note esplicative senza le quali il testo è per noi parzialmente incomprensibile) e le premesse in prosa possiamo farci un'idea di come si vivesse e di come si sviluppasse una concezione poetica in un paese incredibilmente lontano da noi.
consiglio di leggere anche l'introduzione di questo libro che aiuta tantissimo a capire lo spirito del libro stesso togliendo anche alcuni pregiudizi che potrebbero sorgere, il più classico dei quali è ritenere l'autore una sorta di don giovanni (cosa non vera vista la libertà sessuale di quell'epoca) quando in realtà ad essere esaltato è il sentimento d'amore a prescindere dal rapporto carnale.
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