Biblioteca comunale di Valdidentro

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Filastrocche in valigia - Sabrina Giarratana

Conta delle finestre

"Conta a sinistra e conta a destra
ovunque guardi c'è una finestra
finestre grandi, cieli quadrati
piccoli mondi ben ritagliati
devi ascoltarle certe finestre
sono strumenti di grandi orchestre
c'è da imparare dalle finestre
certe t'insegnano e sono maestre
quella era chiusa, oggi è un po' aperta
ma che scoperta."

(Sabrina Giarratana)

Sirene - Laura Pugno

"Un tempo, la costa della NuBaCa era stata un luogo meraviglioso per gli esseri umani. Adesso emanava una bellezza ancora maggiore, più antica e atroce, era un mondo a sé stante, splendido e inospitale. La luna era l'unica luce naturale ancora sopportabile".

Intenso, viscerale. Un ritratto atipico e lontano da quello idilliaco generalmente attribuito alle sirene. Il binomio bellezza e ferocia è ancora vivo e non distante dalle descrizioni fornite dalla mitologia, ma in questo breve romanzo distopico le regine del mare sono descritte come vere e proprie bestie da macello, spesso esibite come animali da zoo. Imprigionate, mutilate, seviziate, uccise e divorate.
Una storia impietosa, senza carità. Seppur ambientato in un luogo e in un tempo imprecisati nel futuro, questo mondo pare in tutto e per tutto avere i prerequisiti giusti per descrivere un futuro ormai prossimo, che forse si sta già realizzando nel presente.
Un sole nocivo, al quale non ci si può più esporre senza correre il rischio di contrarre un tumore alla pelle e morire in poco tempo, oltre a provocare alti rischi di contagio.
E in questo scenario desolante e di generale indolenza, le sirene, creature meravigliose e brutali, vengono infine scoperte dal genere umano, strappate via dal loro ambiente naturale, e letteralmente rinchiuse in vasche per essere allevate e sostanzialmente macellate. Un campanello familiare sembra risuonare.
Il procedimento di macellazione delle sirene (descritto in modo tecnico e imperturbabile) e il mercato che ruota attorno alla vendita della loro carne è appunto avido e impietoso. La loro natura, stupenda e feroce, viene così manipolata, rendendo queste creature (solo in parte vagamente umane) improvvisamente mansuete, inoffensive e passive a qualunque cosa subiscano.
"Il corpo della sirena era scivoloso per l'umore, il sapore era quello del mare. Il vecchio aveva affondato i denti nella spalla della sirena e le aveva morso il seno, aveva leccato il sangue. Poi, a fatica, e aiutandosi con un coltello, l'aveva aperta e penetrata mentre le divorava la carne e si era svuotata dentro di lei un attimo dopo, sussultando".
Un altro episodio simile si presenta quando Samuel, il protagonista, ricorda Sadako, la donna amata e perduta a causa del contagio: "Quando Sadako era morta, Samuel aveva pensato di divorare il corpo, prima che lo cremassero. Mangiare la sua carne voleva dire averla dentro di sé per sempre, o almeno fino alla fine del pasto e del ciclo del cibo nel suo corpo".
In questa storia sembrano esistere due tipi di fame: una fame alimentata dal desiderio sessuale (dove però l'amore non compare mai, e il sesso diventa un mero processo macchinoso di espletamento dei propri umori), e poi una fame stimolata dallo stomaco.
Talvolta però pare difficile trovare una effettiva differenza fra le due, cosicché la voce narrante descrive un generale appetito che non appaga mai davvero. È bulimico, e forse per questo ancora più stomachevole, ributtante, poiché votata ad un mero consumo, ad un uso delle cose e delle persone che alimenta un circolo vizioso inarrestabile, che non può condurre ad altro se non alla distruzione dei suoi stessi artefici, prima o dopo.
Nutrirsi e accoppiarsi diventano due atti crudi, gelidi, macchinosi, intrisi di cupezza, orrore e dolore.