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Trovati 193 documenti.
La Valtellina e le sue montagne / Alessandro Soetje
Alessandro Melazzini Alpenway media, 2021
Abstract: "Montagne terribili", così le chiamava Leonardo da Vinci. Sono le cime che abbracciano la Valtellina, protagonista di questo racconto che si sviluppa attraverso immagini spettacolari e le parole degli abitanti del luogo. Dal Parco Nazionale dello Stelvio, col suo imponente Ghiacciaio dei Forni alla Torbiera di Pian Gembro, dai misteriosi crotti di Chiavenna, alle vigne terrazzate del versante retico. Con sguardo attento e intimo il film accompagna lo spettatore in un viaggio che segue il fiume Adda lungo tutta la valle, e dall'inverno all'autunno successivo, secondo il ciclo infinito della Natura, amica severa ma onesta degli uomini che abitano questa terra posta all'estremo nord dell'Italia.
Minör / un film di Matteo Bontempi, Giacomo Mantovani, Andrea Panni, Pietro Repisti
[Milano] : Civica scuola di cinema Luchino Visconti, 2019
Abstract: Frontale è un piccolo paese dell’Alta Valtellina, i cui abitanti da generazioni tramandano il mestiere del minör. Attraverso le testimonianze di alcuni tra gli ultimi minatori italiani si costruisce la narrazione di un mestiere ormai dimenticato, ma non del tutto scomparso, dove l’esperienza, le conoscenze pratiche e la trasmissione dei saperi professionali uniscono i lavoratori di oggi a quelli di ieri in un senso collettivo di appartenenza. Il lavoro del minatore, che ha da sempre caratterizzato questa comunità, rischia oggi di scomparire di fronte alla difficoltà delle nuove generazioni di intraprendere questo mestiere, ai progressi tecnologici e alla minor necessità di manodopera. Il documentario porta sullo schermo il fragile legame tra le condizioni di lavoro nella galleria negli anni Cinquanta e la freddezza dei macchinari moderni, a discapito degli stereotipi che spesso erroneamente leghiamo all’immagine del minatore con piccone e lanterna. Nonostante cambino le tecniche e passino gli anni, come nelle viscere della galleria il lavoro duro e lo spirito di solidarietà sono rimasti invariati nel tempo, così in superficie ancora vive l’orgoglio di essere minör.
[Sondrio] : Argonaute, 2019
Abstract: “Veltlinerin”, il coraggio delle migranti. In un dvd dell’associazione Argonaute le storie del dopoguerra di undici ragazze valtellinesi. Il periodo il secondo dopoguerra, l’età quella bella dei 18 anni o giù di lì, la voglia di provare una nuova esperienza di vita (un sogno) o di cercare comunque di poter vivere meglio di quanto non fosse in quel momento possibile. È stato così che tante ragazze di Valtellina sono emigrate (nel dopoguerra) nella vicina Svizzera: per andare a cercare un futuro. E le Argonaute, Associazione di donne per le donne del comprensorio alpino valtellinese, hanno raccolto la testimonianza di 11 di quelle ragazze (che nel frattempo hanno “litigato” col tempo) e ne hanno ricavato un dvd: “Ero una Veltlinerin”. «Seguendo il percorso iniziato con la levatrice, la maestra, la donna terra e famiglia, e la donna in cucina, siamo ora sulle orme di un gruppo di ragazze che vissero l’esperienza dell’emigrazione verso la Svizzera nel primo dopoguerra. Ragazze coraggiose e intraprendenti, alla ricerca dell’aiuto per la famiglia o della propria indipendenza. Per loro coraggio e determinazione ma anche fatiche e sofferenze non sono mancate».
Bormio : Alpinia, 2018
Abstract: Sin dal Medioevo la segale è stato un cereale importante per Bormio e l’Alta Valtellina, soprattutto per la produzione del caratteristico pane che veniva fatto seccare ed era così disponibile per tutto l’anno. Le modalità della semina e raccolta della segale si sono mantenute identiche nel tempo fino alla metà del secolo scorso. Nel 1944, poiché tutti gli uomini validi erano partiti per il fronte della seconda guerra mondiale ed in paese erano rimasti solo donne, anziani e bambini, la popolazione di Bormio acquistò con un enorme sforzo economico una trebbiatrice meccanica della ditta Mansal (di Legnago, Verona), che subito fu chiamata la màchina de bàter. Il metodo ancestrale della battitura a mano, durante la seconda guerra mondiale fu dunque sostituito a Bormio da questo poderosa trebbiatrice automatica che alleviò le fatiche e fece drasticamente diminuire i tempi di lavoro alle famiglie contadine. Questo macchinario ha funzionato fin verso la fine degli anni ’50, quando la cultura contadina è stata soppiantata dall’economia del turismo. E’ stato poi accantonato senza troppe attenzioni e dimenticato per decenni, durante i quali si è gravemente deteriorato. Nel 2016 alcuni artigiani e volontari di Bormio si sono adoperati per ridarle vita e con oltre 500 ore di lavoro hanno sapientemente restaurato gli oltre 70 quintali di legno e ghisa della Mansal: colosso imponente di circa 12 metri di lunghezza e tre di altezza, che rappresenta un monumento alle abilità tecnico-meccaniche di inizio Novecento. Grazie a questo appassionato e competente lavoro, questo pezzo unico di archeologia tecnologica agricola è tornato ad essere perfettamente funzionante. Con il restauro della màchina de bàter è emersa la memoria della comunità: una quantità di storie e di ricordi di valore inestimabile, tasselli della dura ma semplice vita dei nostri nonni.
La filögna e la storia della lana / un documentario di Giovanni Peretti
Bormio : Alpinia, 2018
Abstract: Un documentario sulla Storia della lana a Livigno, dove è ancora perfettamente funzionante la “carderia”, un complesso macchinario di metà ottocento che serviva a cardare la lana delle pecore trasformandola in un soffice materasso pronto per essere filato, cosa che avveniva rigorosamente a mano con il Carèl e che produceva il gomitolo di lana (bidànt) necessario per produrre maglie, calze, berrette, guanti e tutto ciò che occorreva per proteggersi dal freddo dei mesi invernali. La lavorazione della lana secondo la tradizione di una volta è un antico mestiere che era molto sviluppato in tutto il comprensorio dell’alta valle.
I Pasquali di Bormio : tradizioni dell'Alta Valtellina / un documentario di Giovanni Peretti
Bormio : Alpinia, 2018
Abstract: I Pasquali sono dei carri allegorici a tema religioso, pesanti portantine portate rigorosamente a spalla da uomini o dai più giovani del paese. La domenica di Pasqua le vie di Bormio si animano, risuonano di voci e di sinceri apprezzamenti di meraviglia e di stupore, di suoni e di colori. La manifestazione è resa ancor più suggestiva dalla partecipazione di bambini, di famiglie e di gruppi folkloristici, tutti vestiti con il costume tradizionale. I Pasqualìsti, come sono chiamati, portano a spalla le portantine, mentre le donne e i bambini completano la sfilata con fiori e prodotti artigianali. I Pasquali rappresentano oggi una usanza connotata da un profilo fortemente folkloristico, ma con uno sfondo religioso che affonda le sue profonde radici nella cultura pastorale ed agreste degli avi. La costruzione dei Pasquali richiede impegno, abilità e professionalità artigianali, richiede pazienza e fantasia ma soprattutto necessita di orgoglio per le proprie tradizioni e passione ed amore per la propria terra. La maestria degli abitanti dei reparti di Bormio dà origine ogni anno a veri e propri capolavori e sculture in legno, ornati con fiori e piante verdi, che la mattina di Pasqua vengono dunque portati in sfilata accompagnati dall’intero reparto, tutti ovviamente vestiti con i tradizionali costumi bormìni rossi e neri, fino alla Piazza del Kuèrc’. Tutta la popolazione di Bormio partecipa coralmente ed orgogliosamente a questa festa, coinvolgendo ospiti e turisti che hanno così l’opportunità di toccare con mano una testimonianza delle antiche radici di Bormio. Il senso di appartenenza dei vari partecipanti, dai più anziani fino ad arrivare ai bambini in tenera età, sempre tutti sorridenti, alla cultura ed alla tradizione è molto bello. Il folklore di oggi, dunque, affonda le radici in un’antica tradizione, unica sulle Alpi: di questo, come del suo costume, la gente di Bormio ne è sinceramente orgogliosa.
Corriere della Sera : La Gazzetta dello Sport, c2018
Abstract: Patabang è una via, una valle, uno stile di vita. Patabang è la storia di un gruppo di giovani che alla fine degli anni ’70 ha cambiato le regole del gioco e iniziato un nuovo modo di fare alpinismo. Dalle voci di Jacopo Merizzi e Paolo Masa, il racconto dell’avventurosa scoperta della mitica Val di Mello.
Centro Studi Valle Imagna, c2018
Bormio : Alpinia, 2017
Abstract: Questa è la storia di un incontro, inaspettato quanto incredibile, e di un riconoscimento, che ha aperto il cuore al ricordo della fanciullezza, al ricordo della casa che non c’è più, al ricordo di un paese raso al suolo e distrutto da una frana, alla consapevolezza della propria identità. È la storia dell’incontro di un uomo con sé stesso, con la sua vita, con la sua gente, con la sua cultura, è la storia del riconoscimento di sé stesso dentro al riconoscimento di un oggetto. Fine anni 1940. Edoardo, un ragazzino di S. Antonio Morignone, viene mandato a bottega ad imparare l’arte del calzolaio. Impara e si compra l’occorrente, compresa una scatola di “Sc’ték“, piccoli chiodi di legno che venivano inseriti nelle suole. Presto abbandona questo mestiere per dedicarsi ad altro, ma conserva in solaio tutta l’attrezzatura di ciabattino, compresa la scatola di chiodini di legno. 1987, 28 luglio. L’intera montagna crolla e un‘enorme onda di fango e pietre travolge e distrugge il paese di S. Antonio Morignone, in Valtellina, e le sue frazioni: è la Frana di Val Pola. La casa di quel ragazzino subisce la stessa sorte di tutto il paese. 1987, agosto.Edoardo è ospitato con i familiari presso la Casa di Riposo di Bormio… una sera si presenta un Vigile del Fuoco…
Un fiume chiamato Adda / di Giancarlo Volpari
[S.n.], 2017
Abstract: L’acqua è la vita di un fiume, dalla sorgente alla foce. E dalla sorgente alla foce sostiene la vita degli uomini. Così è anche per l’Adda. Sorge nel cuore delle Alpi Retiche, in Val Alpisella, e attraversa tutta la Valtellina, con importanti benefici in termini economici e ambientali. Dopo un percorso di 125 chilometri, da fiume “capriccioso” qual è, si trasforma in lago, il Lario, luogo ideale per ammirare incantevoli panorami e splendidi parchi e ville. Artisti e letterati, come Leonardo da Vinci e Alessandro Manzoni, hanno subito il fascino dell’Adda. Da Pescarenico il lago riprende la forma di fiume e inizia un percorso a tratti spettacolare, come ad esempio nei pressi di Trezzo sull'Adda. Giunto nella valle padana il fiume, anche nella sua seconda vita, è di grande sostegno all’attività dell’uomo: basti pensare ai numerosi canali e alle loro ramificazioni per l’irrigazione delle colture agricole. Non solo: le anse che segnano la pianura sono anche un patrimonio straordinario di biodiversità. A Castelnuovo Bocca d’Adda il fiume conclude la sua vita, dopo 313 chilometri le sue acque si mescolano lentamente con quelle del Po.
[Sondrio] : Argonaute, c2016
Chiavenna : viaggio nella bellezza / documentario di Elio Scarciglia
Terra d'ulivi [2016]
La forza dell'acqua : energia, ricostruzione e sviluppo : i documentari AEM 1948-1962
MIC ; Fondazione AEM gruppo A2A, c2016
Morbegno : [s.n.], 2016
Impossibile incontro / video di Elio Scarciglia
Terra d'ulivi ; Pro Chiavenna, [2016]
Bormio : Alpinia, c2016
La Nord del Pizzo Badile : great North faces of the Alps
Corriere della Sera : La Gazzetta dello Sport, c2015
Valfurva : Museo vallívo Valfurva Mario Testorelli, c2015
[Sondrio : Provincia di Sondrio], 2015